Perchè Ordine e Progresso?

Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.


L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine

Auguste Comte ,1896

martedì 25 ottobre 2011

La Politica è' morta ,Viva la Politica.

20 anni fa in una calda giornata d'estate si dissolveva l'Unione Sovietica.
Oltre Settant'anni di rivalità tra due blocchi che erano diversi in tutto ed in tutto contrapposti terminava e lasciava un solo sistema di valori vincitore sul campo:il modello occidentale.
Capitalista,progressista,per lo più cristiano,democratico;abbiamo vissuto in questo sistema per molta parte della nostra vita ormai, e le generazioni che definiamo "giovani" non hanno conosciuto che questo.E' la "nostra" normalità.

In questi vent'anni quasi ogni indicatore è cresciuto,perchè indipendentemente dai crolli di borsa o dalle crisi economiche , oggi stiamo meglio in tutti gli ambiti dela nostra vita.L'aspettativa di vita si sta alzando a livello globale,mangiamo di più,anzi troppo,vi sono più automobili e le nostre case sono piene di apparecchi elettronici che venti anni fa ,ma anche solo dieci, non esistevano o erano agli albori.
Va tutto bene allora? No di certo.

Quella che stiamo vivendo e che definiamo "crisi" nei discorsi quotidiani è in realtà l'ultima fase di un processo cominciato proprio vent'anni fa con la firma del trattato di Maastricht del 1992.In quel momento non nasceva solo l'Euro ed attraverso esso l'Europa ,ma prendeva forma un assetto del potere globale diverso da tutti quelli precedenti.Ora tre dei componenti del G8 il club dei grandi , organo non ufficiale ma diventato nel tempo sempre più abituale quale consesso internazionale, hanno la stessa moneta e la stessa bandiera.Siamo per ironia passati ad un G6.
Quella moneta è oggi la moneta più forte, e compete ogni giorno con il dollaro per divenire moneta di riserva.Quello che abbiamo di fronte , in televisione, ogni giorno , è il resoconto dettagliato, quasi una telecronaca sportiva, di un'altra svolta della Storia come quella avvenuta vent'anni fa. L'era del Dollaro,la moneta più moneta delle altre,sta giungendo a conclusione e gli americani dovranno saper fare di necessità virtù per poter mantenere in piedi un sistema per nulla attento alle differenze sociali,alle ineguaglianze,alla compassione.

Se l'Europa invece riuscirà a salvarsi dagli attacchi internazionali ,che sembrano ogni giorno di più effetti delle forze di reazione a questo cambiamento ,guadagnerà probabilmente il suo diritto al monetarismo espansivo se lo vorrà usare , oppure potrà essere l'azionista di maggioranza di un paniere di valute mondiali affidabili finanziariamente e contagiare con il suo sistema di regole anche gli altri sistemi economici.L'Economia regge ora i destini del Mondo e la Politica le cede nolente il passo.

Perchè questa digressione economica? Perchè ridurre quattro lustri di Storia ad una mera operazione finanziaria?
Perchè la fine dell'URSS ha messo termine ad una alternativa che era Sociale,Politica ed Economica insieme.
Gli ideali che si stavano spegnendo,quelli del Socialismo e del Comunismo, avevano orientato l'azione degli Uomini per centocinquant'anni;valori,abitudini,comportamenti e logiche di azione ed i pensiero consolidate ad un tratto non servivano più,anzi divenivano disfunzionali.
Quelle dottrine avevano impedito al capitalismo ultra liberale degli anni venti di divenire un Moloch planetario imponendo però al mondo un freno alle possibilità espressive dell'umanità;in un piano quinquennale c'è davvero pochissimo spazio per i colpi di genio e le virate gestionali a cui ci hanno abituato persone come lo scomparso Steve Jobs.

In Europa ,Italia a parte,i principali partiti comunisti sono svaniti entro pochi anni dalla fine dell'URSS e ciò ha lasciato spazio ad un'unica ottica, un'unica Weltanschauung per tutti i sistemi politici.La presa dei concetti propri della sinistra in tutti i paesi si è affievolita ed il mercatismo è divenuto padrone della scena poiltica.Tutto per il mercato, tutto attraverso il mercato.Il liberismo di stampo anglosassone fatto di Stato ridotto e Mercati liberalizzati è diventato presto l'unico fine di tutti i sistemi politici occidentali ormai liberi dalle dicotomie Mercato/Comunità , Capitalismo/Economia Pianificata imposte dall'ingombrante presenza ideologica di Mosca.

In questa situazione la Politica si è trovata a dover svolgere esclusivamente un opera di amministrazione e risoluzione delle istanze portate dal Mercato , termine che ormai porta con sè , incastonato, anche quello di Società.
Le privatizzazioni, le liberalizzazioni di interi comparti economici,la spinta decisa sulla competizione e sull'export,determinano infatti un clima nuovo e nuovi rapporti sociali.L'ottica cliente-fornitore diviene abituale ,una forma mentis necessaria ad interpretare i nuovi fenomeni sociali.

Facciamo un esempio:
Se una grande azienda ,prima di proprietà dello Stato viene venduta in una fase di privatizzazioni,a grandi fondi transnazionali che mirano al massimo profitto ,potremo immaginare che questi spezzetteranno la società,chiuderanno i reparti improduttivi,estrometteranno personale delocalizzando alcune linee e terziarizzando lavorazioni interne tramite lo spin-off di rami d'azienda che andranno a formare nuove, piccole e medie imprese.
Nel giro di pochissimi anni,la realtà sociale dei cittadini lavoratori di quell azienda cambia radicalmente;ora sono parte di un processo economico, prima tutto interno all'azienda , che è anche in parte esterno e coinvolge altri operatori economici.Il rapporto con il lavoro si modifica e con esso lo stile di vita.
E' l'intera società che ormai vive in un'ottica di interdipendenza funzionale sempre più stretta e complessa.

In questi vent'anni sono cambiati gli imperativi che guidano le nostre azioni,le nostre chiavi interpretative,le nostre aspettative.Siamo cambiati noi.
L'ottica è sempre più di breve periodo ,nuove necessità nascono da stimoli sempre più intensi.
Le mode si succedono sempre più rapide e influenzano sempre più le abitudini.L'esistenza è divenuta quotidianità.Manca un fine.
La crisi economica nella misura in cui l'economia si è sostituita alla politica come mezzo per la realizzazione delle nostre aspirazioni è anche crisi esistenziale.
Ma l'economia non ha altri fini che la continuazione di se stessa,non può proporre traguardi ideali che possano portare un individuo a crearsi un orizzonte d'azione che non sia meramente lavorativo.Più lavori più guadagni.Più lavori,meno tempo hai per tutto il resto.

La politica invece ha uno spettro più ampio,coinvolge molteplici aspetti dell'intera nostra vita,deve avere un orizzonte stabile per fornire una cornice anch'essa stabile all'esistenza degli individui.Nascere,crescere,avere dei figli,morire dignitosamente non sono fini ultimi dell'economia sia essa industriale o finanziaria ma devono esserlo per la Politica che è fatta dagli uomini per gli uomini e non dai numeri per il profitto.
Se lasciamo che la politica sia indotta nelle sue scelte esclusivamente da principi di natura economica senza che siano chiari i fini socialmente espressi ed i valori che supporterano l'azione,allora avremo vinto la battaglia contro i Piani Quinquennali per perdere la guerra contro le Relazioni Trimestrali.

lunedì 21 marzo 2011

l'Europa,Idra senza coordinamento.

La crisi Libica ha chiaramente messo in luce come l'Europa sia paragonabile alla figura mitologica greca Idra per la sua capacità di poter guardare in molte direzioni ma , a differenza delle terribile Dea, di non essere determinata a coordinare le proprie azioni verso un agire comune ma soprattutto uno scopo comune.
In questa occasione è stata la Francia a rubare la scena all'Europa Unita , muovendosi ad un attacco e ad un impegno che andava ponderato con più calma.
La possibilità di ottenere le grazie di un neonato governo libico o di almeno un "kosovo cirenaico" ha fatto agire un Sarkozy già peraltro smanioso di riconquistare consensi in casa propria , viste le Presidenziali dell'anno prossimo.
La Gran Bretagna si è prontamente associata per riguadagnare terreno in un area geografica persa da troppo tempo ma anche un pò per spirito di vendetta, in memoria della strage di Lockerbie.La Germania ha deplorato l'intervento e ha negato il proprio appoggio :è facile notare come su tre guerre, Afghanistan,Iraq e ora Libia, la Gemania si sia defilata in due casi.
Partecipa la Spagna ma non la popolosa Polonia, si propone la Danimarca affamata di mercati medio orientali per i suoi prodotti lattiero caseari (grazie ai quali è già leader in altri paesi di quell'area), tentenna la Norvegia.
L'Italia, grande sconfitta di questa situazione, reclama a gran voce l'istituzione di un comando NATO unificato pena la sottrazione delle basi al controllo straniero.
Insomma , Uno (gheddafi) per tutti e tutti (le nazioni europee) per conto proprio.
Analizziamo la situazione:
Gli USA non se la sentono di impegnarsi su un nuovo fronte , per giunta di nuovo Musulmano, ma non possono lasciare che venga intaccata la loro posizione di guida della Comunità Internazionale ed infatti il comandante di questa ennesima versione della "Comunità Internazionale" è un americano: l'Ammiraglio Mike Mullen.
Cina e Russia si sono astenute nella votazione per la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU , dando così il via all'istituzione della NO-FLY Zone salvo poi denunciare l'attacco Francese come estraneo alla risoluzione stessa.
Anche il Brasile si è detto contrario mentre la Lega Araba concorda con il fine ma depreca la modalità con cui lo si sta perseguendo.
Non sembra sarà una guerra breve proprio ed anche perchè l'avversario può contare su queste divisioni per guadagnarsi amici e snervare i nemici.
Questa guerra può essere definita una "BlitzKrieg" solamente per quanto attiene alla modalità di dichiarazione che è stata , appunto , lampo ma in quel breve momento non si è pensato probabilmente al fatto che dal punto di vista del popolo libico, nutrito esclusivamente dalla propaganda libica, la questione centrale della "Libertà da Chi" non è concorde con il nostro.
In breve, non ci siamo chiesti se realmente la sollevazione di cittadini libici di una parte specifica del paese non sia stata interpretata come una interruzione della legalità (libica) dalla restante parte.
Non sappiamo abbastanza di questo Comitato per una Libia Libera con base a Benghazi e tantomeno non abbiamo nè un volto ne il nome di un leader da citare per menzionarlo.
Portando all'estremo, è come se in Francia, la regione della Linguadoca si ribellasse al governo Francese e puntasse alla trasformazione dell'intero stato francese o almeno all'indipendenza da esso.
Abbiamo dato credito ed amplificato le parole di pochi senza ascoltare la maggioranza del Popolo Libico ed ora è questo stesso popolo a patirne le conseguenze.Independentemente dal fatto che la maggioranza della popolazione senta di dovere fedeltà a Gheddafi, è perlomeno dubbio che vogliano lottare contro il Tiranno per poi perdere la loro indipendenza a favore di una "coalizione dei Volenterosi".
La propaganda , insieme a 40 anni di Nazionalismo sfrenato, faranno sì che almeno una parte di essi possa avere un concetto diverso dal nostro di " Libertà da Chi" e pensare che è necessario "Liberarsi di Noi" e non "Grazie a Noi".
Dovremmo poi chiederci quali e quante alternative abbiamo lasciato a Gheddafi prima di imporgli la nostra volontà manu militari ; Ben Alì e Mubarak hanno avuto tempo e contatti influenti per poter decidere, il loro sistema informativo , specie quello egiziano, non era totalmente nelle loro mani e questo ha fatto sì che le manifestazioni di piazza Tunisine ed Egiziane abbiano potuto raggiungere le opinioni pubbliche internazionali e generare solidarietà.
Gheddafi è stato quasi subito deferito al Tribunale Penale Internazionale ,non lasciandogli così nessuna alternativa; inoltre della crisi e delle manifestazioni Libiche non abbiamo , o quasi, immagini.
Quelle libiche di fonte governativa vengono quasi celate e quelle fornite dagli "insurgents" sono quasi sempre le stesse emai ambientate nei centri abitati.
Non ci sono notizie in merito a "danni colaterali" provocati dagli attacchi Franco-Americani ma sappiamo che 8000 combattenti cirenaici sono caduti vittime del fuoco dell'esercito regolare libico.E' ora di darsi un pizzicotto.
Sono troppe le domande che si pongono analizzando questa nuova, ennesima "crisi" ; il solo far ricorso al principio dell'intervento umanitario non è sufficiente dal momento in cui si usano gli stessi mezzi, l'aviazione, per bombardare di notte il territorio libico.La volontà di liberare la Libia dal Tiranno è estranea alla risoluzione ONU e non è contemplata nella carta delle Nazioni Unite di cui anche la Libia è firmataria.Cosa faremmo se questa guerra dovesse protrarsi nel tempo?Quali sono gli scenari possibili?
Si è paragonato l'attuale periodo come al 1989 dell'Est Europa.In quella occasione un Europa divisa ed un Esercito americano riluttante , aiutarono la Jugoslavia a suicidarsi.Gli stati nati da quella de-federazione oggi fanno quasi tutti parte dell'UE.Non è credibile, ad oggi, che un giorno Egitto, Tunisia o Libia ne possano far parte.Se non vogliamo includere queste nazioni , un giorno, nel nostro sistema di regole e valori , ma anche di ricompense e gratificazioni,dovremmo allora lasciare che sia il loro sistema di valori a decidere da Chi essere liberi e soprattutto Liberi di fare Cosa.
L'Europa dovrebbe fare una scelta coraggiosa ed umile allo stesso tempo: riconoscere che non esiste una sola Europa ma tante quante sono le nazioni che la compongono. Perchè la l'Europa non può essere ad un tempo solo Francese, Tedesca o Italiana. Perchè la veneranda età di Lady Europe dovrebbe averle insegnato che la Germania guarda ad Est ma l'Italia guarda a Sud, Che l'Inghilterra quarda ad Ovest e che la Francia sta in mezzo a tutte loro.
Ognuna delle Nazioni Europee ha una propria specifica area d'influenza , storica, geografica,o politica.Se proprio non è possibile non farsi concorrenza nelle rispettive aree è almeno auspicabile non dare modo all' eventuali terzo incomodo di poter trarre beneficio dalla querelle.
Per inciso , il terzo incomodo questa volta ha gli occhi a mandorla.