L'accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed EU che è in via di definizione ai più alti livelli , ridefinirà lo spazio geopolitico ,economico e sociale dei prossimi decenni.
Gli USA sono stati , dalla loro creazione sino alla Prima Guerra Mondiale,un debitore netto nei confronti dell'Europa e potremmo addirittura affermare che per i primi 140 anni siano stati un Paese in via di Sviluppo ,secondo le attuali definizioni,con tanto di economia di esportazione. Dal primo dopoguerra in poi ,però,gli enormi capitali privati creati nella prospera , e libera da guerre,America si sono riversati in Europa acquisendo aziende o impiantandone di proprie come Esso o Ford.
Il secondo dopoguerra, dopo la schiacciante vittoria Alleata,ha visto quindi il dispiegarsi di immensi capitali americani nelle depauperate economie Europee sotto forma di aiuti prima e di prestiti pubblici poi.
Dal 1944 il dollaro è stata la moneta di riserva dell'economia mondiale ed il suo principale mezzo di scambio tanto finanziario quanto mercantile:tutte le materie prime sulle borse merci sono prezzate in dollari.
70 anni sono tanti.In tutti questi anni gli USA hanno avuto il "privilegio esorbitante" di poter essere loro stessi a decidere quanto pagare tutto ciò che compravano tramite un uso spregiudicato dell'economia monetarista di cui sono stati massimi artefici , specialmente a partire dagli anni 70 in poi.
Poi è nato l'Euro.
Intendiamoci, l'Euro non è nato per caso e non è il frutto , se non retorico, di alcuna ideologia progressista.E' essenzialmente ciò che è una moneta:un mezzo.Un mezzo per ampliare la base del suo stesso utilizzo,ovvero il mercato,sicuramente un mezzo per dare un prezzo alle merci,in futuro.Ma anche un mezzo per inmmagazzinare valore,così come il buon vecchio dollaro ha fatto negli ultimi 70 anni.
Questo ruolo è stato storicamente demandato all'oro ma ,dal 1971,questo non è più legato al valore di alcuna moneta.Prima del Dollaro anche la Sterlina ha svolto questo ruolo per i 70 anni che vanno dal 1870 agli anni 40 del 900.
Oggi, la massa monetaria in dollari , detta M3 in economia, non viene più neanche pubblicata dalle istituzioni americane , per cui non sappiamo neanche esattamente quanti siano i dollari realmente in circolazione.Ciò non fa pensare che gli americani abbiano intenzione di riportare in nero i loro deficit pubblici a breve.
La politica della BCE è invece esattamente quella opposta,mantenere stabile il valore della moneta indipendentemente dai contraccolpi che l'economia reale dovrà sopportare ,per poter rendere e mantenere l'Euro una moneta "appetitosa" per i grandi turbocapitali mondiali.
Gli USA hanno perseguito deliberatamente una politica inflazionistica a partire dal 2003 in poi, anno a partire dal quale il valore dell'Euro, dopo essere sceso a 0,86 nei confronti del Dollaro,è salito costantemente arrivando ltre quota 1.64.
Ciò ha portato un vantaggio incrociato a USA ed EU: i primi hanno potuto esportare avvantaggiandosi dal basso valore della loro moneta, mentre i secondi hanno potuto acquistare a minor prezzo le materie prime visto il cambio favorevole nei confronti della valuta di riferimento,il dollaro.
Nel frattempo , il terzo grande attore degli ultimi 20 anni , la Cina, ha continuato a crescere, incamerando Dollari realizzando surplus commerciali a doppia cifra.
Attualmente gli USA sono dipendenti dalla Cina sotto due aspetti:il primo è di ordine finanziario, ovvero i 2500 miliardi di dollari di debito pubblico americano posseduti dai cinesi, ed il secondo è di ordine commerciale poichè gli americani sono importatori netti di prodotti dalla cina, avendo terziarizzato attività o delocalizzato migliaia di fabbriche in quel paese.
I capitali privati americani finanziano impianti industriali in Cina che poi esportano i loro prodotti negli stati uniti ,ma anche in Europa o nel resto del mondo, che vengono pagati in dollari,cosa che aggrava la bilancia commerciale con la Cina alimentando un circolo vizioso.Tutto questo non può continuare ed i cinesi hanno detto chiaramente che il mondo deve dirigersi verso un futuro de-americanizzato,diminuendo contemporaneamente i loro acquisti di Bond americani.
Un basso valore del dollaro ,una presunta indipendenza energetica americana e , appunto, un accordo commerciale Nord Atlantico potrebbero creare uno scenario geopolitico radicalmente differente:
la distanza tra Shanghai e Rotterdam è attualmente di 15000 Km pari a un mese di navigazione,quella tra diciamo, Boston e Rotterdam è di soli 5000 e questo è già di per se un grande incentivo economico.
L'indipendenza energetica ,oltre al vantaggio intrinseco,renderebbe meno necessario un "pattugliamento" dell'area medio-orientale ed i recenti avvenimenti in Siria e gli accordi latenti con l'Iran fanno parte di una strategia di "desengagement" dall'area.
Se poi aggiungiamo che è già in atto un rientro di capitali dai paesi in via di sviluppo verso gli Stati Uniti per finanziare nuove attività di tipo industriale, possiamo delineare i tratti di un possibile sviluppo dello scenario geopolitico mondiale.
A partire dalla stipula del contratto in poi , molte delle merci ora importate dalla Cina verrebbero sostituite da quelle equivalenti prodotte negli Stati uniti , magari da fabbriche Europee in territorio americano o da impianti americani finanziati da fondi Europei. La rotta che passa da Suez perderebbe quindi diverse tonnellate di traffico verso l'Europa dalla Cina.L'area più ricca di capitali, l'Europa, avrebbe ora la possibiltà di scegliere un partner quasi-unico con i suoi stessi valori sociali,politici ed economici e contemporaneamente assestare un colpo al roccioso regime cinese che vede come fumo negli occhi la possibilità di scendere anche solo al 5% di crescita annua della Nazione,con il timore di rivolte di disoccupati e contadini a turbare la stabiltà politica.
Dal punto di vista sistemico il quadro sembra plausibile e persino auspicabile senonchè porta con sè dei contraccolpi sociali ed economici non irrilevanti.
La bassa paga oraria,la bassa sindacalizzazione, le leggi pro-mercato rendono gli USA l'habitat perfetto per realizzare e condurre imprese industriali e da questo presupposto i risvolti per l'Europa delle tutele,dei diritti, dei salari più elevati, potrebbero essere drammatici.
Le aziende manifatturiere si troverebbero di fronte nuovi concorrenti americani, sgravati dai dazi, e con prodotti equivalenti per qualità ma di prezzo inferiore.La riconversione del tessuto industriale Europeo potrebbe impiegare anni a compiersi.
In uno scenario simile un paeses come l'Italia avrebbe seri problemi:la maggior parte delle imprese nazionali ha meno di 15 dipendenti ed è orientata al mercato interno , su prodotti di medio/bassa tecnologia.
Queste aziende si troverebbero dall'oggi al domani di fronte alla concorrenza di produttori più abili degli economicissimi cinesi e potrebbero venirne decimate.
Va da se che per le finanze pubbliche un tracollo industriale di questa portata sarebbe esiziale poichè la ricchezza nazionale si ridurrebbe ancor più rendendo inutile la sovratassazione, con l'impossibiltà di pareggiare il bilancio senza tagliare pesantemente sui costi e di conseguenza sullo stato sociale.
Ciò potrebbe avvenire anche in altri paesi europei portando così alla fine del Welfare state come lo abbiamo conosciuto dalla fine della guerra in poi.L'abbraccio americano porterà con sè più "mercato" dove oggi lo spazio è occupato dal pubblico come nella sanità e porterà il mercato del lavoro Europeo ad assomigliare sempre più al suo omologo con tutto quello che una situazione lavorativa "all'americana" comporta.
La Cina si sta già preparando ad uno scenario simile,stabilendo contratti di swap tra Euro e Renminbi ma anche dotandosi di tre gruppi di portaerei da dislocare nel mar cinese meridionale.Allo stesso modo il PCC sta per dar il via ad un nuovo piano di riforme di tipo economico che dovrebbero orientare ancora di più l'economia verso un cammino meno dirigista, portando ad una netta diminuzione dello stato nel possesso di imprese produttive.Resta il fatto che la Cina ha una economia energivora la cui tendenza a crescere sembra non fermarsi e questo è il vero tallone di achille del sistema di sicurezza cinese.Di fronte ad una aumentata difiicoltà di raggiungere l'area MO resta l'opzione dell'abbraccio con la Russia.Ma questo è un altro capitolo.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
mercoledì 6 novembre 2013
Made in U.S.A.&.E.
Etichette:
economia,
geopolitica,
politica internazionale
domenica 10 marzo 2013
Parliamo un po’ delle prossime elezioni ...
No, non quelle che si sono tenute lo scorso 24 febbraio ma
quelle che le seguiranno entro un lasso di tempo di due anni ,più o meno .I
numeri ,ma soprattutto gli attori in campo ,ci dicono che qualsiasi sarà la configurazione
del governo , questo non potrà contare su una maggioranza solida e coesa , a
meno di un attacco esterno di natura economica.Non possiamo quindi
ragionevolmente attenderci un governo di legislatura ma forse uno di “Salvezza
Nazionale” , che opererà scelte dure appoggiandosi ad una maggioranza
trasversale. Segni di improvvisa presa di coscienza di questa realtà sono anche
le voci di un possibile , prossimo,settennato “breve” di Napolitano per
accompagnare questa fase .L’eventualità di elezioni più o meno immediate non è
percorribile a causa del cosiddetto “semestre bianco” , che precede l’uscita di
scena del Presidente della Repubblica , e che non permette lo scioglimento
delle Camere.
Visto il dibattito prima delle elezioni ed il risultato di
queste, una nuova legge elettorale dovrebbe essere la priorità di qualsiasi
governo prossimo venturo e , se venisse realizzata , impiegherebbe circa un
anno e mezzo per nascere, a causa dei nostri regolamenti parlamentari.Ovvio che
una volta fosse pronta verrebbe sicuramente la voglia di utilizzarla subito per
sfruttarne l’effetto novità .
E’ però vero che il prossimo parlamento dovrà dare vita ad
un governo che avrà a che fare con compiti e responsabilità da brivido.Il
sistema è gravato di costi ad ogni livello e non riesce più ad accumulare un
surplus accettabile.Le famiglie italiane sanno bene che è tempo di ridurre le
spese di ogni euro possibile per far quadrare lo stipendio e non ricorrere ai
risparmi o , peggio , al credito.Ecco , il “Sistema Italia” deve fare la stessa
cosa.
Si andrà avanti a forza di fiducie parlamentari sul filo del
rasoio e decreti legge da ratificare per cui potrebbe non esserci il tempo
tecnico per discutere una nuova legge elettorale.Se il prossimo parlamento non
la voterà entro un anno,un anno e mezzo ,alla prima crisi parlamentare , si
andrebbe necessariamente a votare con quella esistente.
Possiamo verosimilmente pensare che alla prossima tornata
avremo meno formazioni politiche in lizza? E quindi quante possibilità avremo
di avere un governo stabile ed all’altezza delle necessità della Nazione? Io
dico poche.
Inoltre , se non verrà emendata la costituzione, per quanto
riguarda la forma di governo, non sarà possibile realizzare una legge
elettorale di tipo Presidenziale o Semi-Presidenziale alla Francese e perciò la
scelta sarà limitata ad un sistema proporzionale o maggioritario o uno simile a
quello in atto , il che ci riporterà all’esigenza di creare coalizioni pre o
post elettorali.Abbiamo già visto i risultati in quelle che impropriamente
chiamiamo la “prima” e la “seconda” Repubblica.
Che tutto ciò sia difficile è chiaro , che sia anche
necessario farlo è una certezza anche per i sassi.
Speriamo almeno che anche loro la prossima volta non si
presentino alle elezioni.
Iscriviti a:
Post (Atom)