Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
martedì 18 aprile 2017
Mamma li Russi!
Siamo nel 2017 ma potrebbe essere il 1977. Su La Stampa del 31 Marzo un articolo di Paolo Mastrolilli ci informa che il governo americano ha prove certe di "legami tra la Russia e il M5S".
Se sulla Pravda comparisse mai un titolo del tipo "il PD, Forza Italia, l'UDC, il MPA e Scelta Civica hanno legami con gli USA" , il cittadino medio russo probabilmente si direbbe "e allora?".
La guerra fredda è terminata 28 anni fa e ad oggi l'unica nazione a non far parte pienamente del "sistema internazionale" è la Corea del Nord. Persino Cuba, acerrimo nemico per 60 anni degli USA è stato sdoganato e con l'Iran, che nel 1979 ha fatto fare una pessima figura agli USA per 444 giorni, gli americani hanno firmato un accordo in tema di energia nucleare. La Russia resta invece in cima alla lista dei nemici mortali degli Stati Uniti, sebbene non vi sia uno stato di guerra tra i due paesi, che anzi collaborano in molti campi, dalle missioni spaziali alla lotta all'ISIS in Siria.
Gli USA però, in quanto autoproclamatisi "gendarmi del mondo", hanno unilateralmente elevato un regime sanzionatorio nei confronti della Russia che, volente o piuttosto nolente, anche l'Europa ha dovuto applicare. Da molto tempo molte nazioni europee ne chiedono la fine ma gli americani si sono dimostrati intransigenti tanto da costringere i russi ad elevare controsanzioni verso tutte le nazioni europee. In Italia il M5S, e la Lega, non hannno mai nascosto la loro volontà di abolire queste sanzioni, che colpiscono l'economia italiana per un ammontare di quasi 10 miliardi ( secondo la Stampa del 19/12/2016). Si direbbe sia una battaglia giusta, patriottica e a favore deill'economia italiana in crisi, ma per gli Stati Uniti si tratta di "intelligenza con il nemico".
Sullo stesso giornale, nello stesso giorno, il titolo di apertura è "Il segretario commercio Usa: siamo in guerra commerciale", ma non con la Russia bensì con l'Europa ( e con molte altre nazioni mondiali, Cina in testa). Quindi, quelli che dovrebbero essere nostri "alleati", alle cui decisioni ci accodiamo da bravi lacchè, dichiarano guerra alle nostre esportazioni. In definitiva non possiamo esportare in Russia per volere degli USA, e non possiamo esportare negli USA.... per volere degli stessi USA!! Incredibile, invece accade.
Ma continuiamo. Da quasi un anno gli Stati Uniti vagheggiano una minaccia continua da parte degli "hacker russi" che avrebbero influenzato le elezioni americane e si starebbero preparando a farlo anche con quelle europee. Il condizionale è d'obbligo poiche nessuna prova fattiva è stata fornita per dimostrare questa nefasta influenza. Tutti noi ricordiamo però lo scandalo delle intercettazioni illegali della NSA, l'agenzia di sicurezza americana ai danni di aziende, associazioni e governi europei tra cui l'Italia, la Germania, la Francia e la fedelissima Inghilterra. Persino la Merkel dovette ammettere che il suo cellulare era stato infettato da un virus installato dai servizi americani per controllare le sue telefonate e il presidente Obama fu costretto alle pubbliche scuse. Ma un presunto virus russo è certamente più pericoloso di un assodato virus americano, va da sè.
A questo punto dovremmo realmente chiederci "CHI" è il vero nemico dell'Europa: la Russia, che da decenni cerca un rapporto costruttivo, stabile, duraturo con l'Europa o gli USA, che dalla fine della guerra fredda in poi hanno minacciato le nazioni del vecchio continente in ogni modo pur di scongiurare che questo legame si realizzasse? Qualcuno obietterà che il legame con gli USA è dato dal fatto che l'Europa e gli Stati Uniti condividono una cultura comune e, in fondo gli stessi valori religiosi. Non si può dire lo stesso della Russia? Gli europei sono bianchi, come la maggioranza dei russi e sono cristiani, come la maggioranza dei russi, ma rispetto agli USA risiedono sullo stesso continente (l'Eurasia). La relative culture condividono molti tratti, siano essi linguistici (molte parole russe sono di derivazione francese) o artistici, a meno che un europeo possa dirsi estraneo alle opere di Chagall, Kandinsky, Rimskji-Korsakov, Tolstoj, Pasternak, Bakunin,Rachmaninov, Stravinskji e persino Lenin.
I satelliti europei che orbitano attorno alla terra sono stati per la maggior parte lanciati dalla base russa di Bajkonur e senza i russi gli astronauti europei non potrebbero raggiungere la stazione spaziale internazionale. Il gas russo riscalda le case italiane, tedesche, italiane, ungheresi, polacche o serbe. Nel 1908, nelle prime ore seguenti il terribile terremoto di Messina, furono due corazzate russe a portare gli aiuti più immediati, come recita una lapide posta nel 2008 nel porto della città dello Stretto. I russi furono i primi ad arrivare a Berlino durante la seconda guerra mondiale, determinando così la definitiva sconfitta di Hitler. Anche i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau furono raggiunti per primi dai russi (il cui arrivo è stato descritto anche da Primo Levi) e non dagli americani come erroneamente mostrato nel film "La vita è bella" di Roberto Benigni.
Si potrebbe continuare per pagine e pagine perchè il rapporto tra la Russia e l'Europa è almeno millenario. Quello tra gli USA e il vecchio continente è invece molto più giovane, meno di 250 anni, e per più della metà ha visto i secondi in posizione di colonia dei primi. La russia ha invece subito due falliti tentativi di invasione europea (Napoleone prima e Hitler poi) con centinaia di migliaia di morti e non vi è mai stato un rapporto di vassallaggio reciproco, anzi. Buona parte della storia europea del 1700 e del 1800 ha visto la Russia quale alleato di diverse nazioni europee in funzione anti-francese, anti-prussian o anti-austriaca. La storia della Russia e dell'Europa è lunga quanto il confine che condividono. Ciò che oggi chiamiamo "Europa dell'Est" è stata fino a quasi 30 anni fa, "Russia dell'Ovest". La Russia è come un amante follemente innamorato di una bella dama, l'Europa, che si concede e si ritrae continuamente ed è ora stretta dall'abbraccio di un rude ragazzone, dai modi un pò spicci ma ricco di danaro, gli Stati Uniti. Quel danaro però sta finendo e la dama rischia di tornare tra le braccia dell'innamorato russo. E' forte, quindi, il rischio che finisca in una grossa, tragica rissa per motivi passionali. Il movimento 5 Stelle non sta quindi facendo nulla di strano nè illegittimo. Sta solo nuovamente ammiccando ad un vecchio spasimante, con il quale la fiamma non si è mai spenta. Quarant'anni fa questa parte era recitata dai Comunisti di Berlinguer, ma quella che allora era percepita come una minaccia militare potrebbe oggi rivelarsi un'opportunità economica. Cercasi ardentemente un bravo avvocato divorzista.
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domenica 5 marzo 2017
Il TTIP non è morto, ma forse l'Euro si.
Il 15 febbraio scorso, il
trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, il CETA, ha
ottenuto l'approvazione da parte del Parlamento Europeo. Ora dovrà
essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali prima di divenire
effettivo ed entrare nelle legislazioni di tutti i paesi europei. Le
norme in esso contenute sono del tutto simili a quelle definite nel
famigerato TTIP che, al contrario del suo "gemello", il
TPP, non è ancora stato stracciato dall'amministrazione Trump. Il
TPP, il trattato con l'area del pacifico, era già in una fase del
processo legislativo americano detta "fast track", ovvero
una prerogativa presidenziale di approvazione rapida al riparo da
modifiche e ostacoli parlamentari. Trump si è avvalso di una facoltà
presidenziale e non ha firmato il trattato. Il TTIP, ovvero il
trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, è
invece in una fase di sospensione. L'ultimo documento ufficiale è
una dichiarazione congiunta della commissaria europea al commercio,
Cecilia Malmstroem, ed il suo omologo americano, Michael Froman, sui
risultati del 15° round di negoziati appena conclusi. Il comunicato
contiene affermazioni circa la volontà di portare avanti i negoziati
ed è del 17 Gennaio 2017, tre giorni prima dell'insediamento di
Trump. Nonostante le affermazioni neo protezioniste fatte dal
Presidente americano, è pur vero che gli Stati Uniti non possono
tutto d'un tratto divenire autarchici nè possono rinunciare alle
esportazioni per continuare a sostenere l'occupazione. L'Europa è il
maggior partner commerciale degli USA sebbene l'interscambio tra
questi e le singole nazioni europee abbia quote molto differenti.
L'italia, ad esempio, esporta 70 miliardi di euro di beni negli USA
ma ne importa solo per 16. la Francia è in perfetto pareggio mentre
la Germania fa la parte del leone con 121 miliardi di Euro in
esportazioni contro i 60 di importazioni dagli USA. Ecco perchè i
diversi governi europei hanno opinioni tanto discordanti in merito al
trattato. Politicamente, il TTIP è stato osteggiato dalla presidenza
francese sino a tutto il 2016, è stato appoggiato da tutti i governi
italiani, e lo è tutt'oggi, mentre in Germania la Merkel deve
fronteggiare diversi oppositori sul tema. Inoltre questo è un anno
elettorale in tutta Europa: a maggio si vota in Francia, a settembre
in Germania e, forse, entro l'anno anche in Italia. Nei tre paesi più
forti industrialmente e membri fondatori d'Europa, il sentimento nei
confronti dell'Euro, della NATO e dell'Europa stessa non potrebbe
essere più contrastato. In Francia il confronto è tra la Le Pen,
fautrice dell'abbandono dell'Euro e della NATO e Macron, ricco
banchiere cosmopolita e pro-Europa. In Germania per l'ennesima volta
la Merkel si presenterà alle elezioni quasi certa di vincere, ma
questa volta di fronte avrà un fortissimo partito euroscettico come
"Alternativa per la Germania", che ha già vinto in diverse
città e Lander tedeschi alle ultime elezioni amministrative. In
Italia, il M5S ha più volte espresso la sua volontà di far
esprimere i cittadini sull'appartenenza o meno all'Euro ed ha
notoriamente una posizione scettica verso le politiche di Bruxelles e
della NATO. Il PD, o quel che ne resta, dovrà necessariamente
sperare di arrivare primo alle prossime elezioni o non avrà la
possibilità di ottenere da Mattarella il mandato esplorativo per
formare un governo di coalizione pro Europa e pro Euro. In attesa di
capire quale sarà il destino dell'Euro e dell'Europa il TTIP resta
sullo sfondo. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esso nasce dalla
volontà dell'amministrazione Obama, che in otto anni si è
dimostrata molto favorevole alla globalizzazione e che ha dovuto
accettare a malincuore la mancata firma dell'accordo entro il termine
elettorale. D'altro canto i repubblicani sono storicamente meno
propensi alla stipula di accordi multilaterali. Quindi il trattato,
oggi, ha ancora qualche chances di essere approvato? Se l'Europa si
spaccherà, e con essa l'Euro, il TTIP avrà ancora un senso? Quali
saranno i nuovi rapporti commerciali con gli USA? Queste sono le
nuove domande poste dalla nuova amministrazione Trump e dalla sua
postura isolazionista, sovranista e assertiva. Gli USA hanno un forte
deficit commerciale per cui importano molto dai paesi emergenti ed
esportano soprattutto verso paesi ricchi. In questi ultimi decenni
questa posizione ha di fatto rafforzato paesi come Cina, India e
Brasile (i BRICS) che hanno iniziato ad affacciarsi sulla scena
mondiale togliendo quote di mercato agli USA anche i quelle nazioni
in cui questi ultimi si sentivano più forti, soprattutto in Europa.
Rafforzare il legame con il vecchio continente non è solo questione
di natura economica ma anche geopolitica, vista la crescente
influenza russa non solo nell'Europa dell'est ma anche in diverse
nazioni "core" dell'Unione. In definitiva, l'affermazione
di Trump, "America First", è solo l'ultima enunciazione di
una dottrina politica e di una visione in politica estera, che non è
mai cambiata dal 1776, anno della nascita dei primi Stati Uniti
America. Quello con l'Europa è un rapporto che gli USA non possono
permettersi di perdere, perciò gli Stati Uniti cercheranno di
mantenere la loro presa sull'Europa cercando di massimizzare le
conseguenze di una eventuale spaccatura dell'Euro, negoziando accordi
bilaterali con le singole nazioni europee, ma potrebbero altresì
scegliere di approvare un TTIP "light" pur di non perdere
il contatto con un'area ricca come quella europea nel caso l'Euro
resti qual è. Intanto il CETA continua il suo iter e potrebbe essere
approvato entro l'anno. Se non avverrà, forse avremo un indizio sul
come andrà a finire il TTIP e, forse, con esso anche l'Euro.
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