Il 15 febbraio scorso, il
trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, il CETA, ha
ottenuto l'approvazione da parte del Parlamento Europeo. Ora dovrà
essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali prima di divenire
effettivo ed entrare nelle legislazioni di tutti i paesi europei. Le
norme in esso contenute sono del tutto simili a quelle definite nel
famigerato TTIP che, al contrario del suo "gemello", il
TPP, non è ancora stato stracciato dall'amministrazione Trump. Il
TPP, il trattato con l'area del pacifico, era già in una fase del
processo legislativo americano detta "fast track", ovvero
una prerogativa presidenziale di approvazione rapida al riparo da
modifiche e ostacoli parlamentari. Trump si è avvalso di una facoltà
presidenziale e non ha firmato il trattato. Il TTIP, ovvero il
trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, è
invece in una fase di sospensione. L'ultimo documento ufficiale è
una dichiarazione congiunta della commissaria europea al commercio,
Cecilia Malmstroem, ed il suo omologo americano, Michael Froman, sui
risultati del 15° round di negoziati appena conclusi. Il comunicato
contiene affermazioni circa la volontà di portare avanti i negoziati
ed è del 17 Gennaio 2017, tre giorni prima dell'insediamento di
Trump. Nonostante le affermazioni neo protezioniste fatte dal
Presidente americano, è pur vero che gli Stati Uniti non possono
tutto d'un tratto divenire autarchici nè possono rinunciare alle
esportazioni per continuare a sostenere l'occupazione. L'Europa è il
maggior partner commerciale degli USA sebbene l'interscambio tra
questi e le singole nazioni europee abbia quote molto differenti.
L'italia, ad esempio, esporta 70 miliardi di euro di beni negli USA
ma ne importa solo per 16. la Francia è in perfetto pareggio mentre
la Germania fa la parte del leone con 121 miliardi di Euro in
esportazioni contro i 60 di importazioni dagli USA. Ecco perchè i
diversi governi europei hanno opinioni tanto discordanti in merito al
trattato. Politicamente, il TTIP è stato osteggiato dalla presidenza
francese sino a tutto il 2016, è stato appoggiato da tutti i governi
italiani, e lo è tutt'oggi, mentre in Germania la Merkel deve
fronteggiare diversi oppositori sul tema. Inoltre questo è un anno
elettorale in tutta Europa: a maggio si vota in Francia, a settembre
in Germania e, forse, entro l'anno anche in Italia. Nei tre paesi più
forti industrialmente e membri fondatori d'Europa, il sentimento nei
confronti dell'Euro, della NATO e dell'Europa stessa non potrebbe
essere più contrastato. In Francia il confronto è tra la Le Pen,
fautrice dell'abbandono dell'Euro e della NATO e Macron, ricco
banchiere cosmopolita e pro-Europa. In Germania per l'ennesima volta
la Merkel si presenterà alle elezioni quasi certa di vincere, ma
questa volta di fronte avrà un fortissimo partito euroscettico come
"Alternativa per la Germania", che ha già vinto in diverse
città e Lander tedeschi alle ultime elezioni amministrative. In
Italia, il M5S ha più volte espresso la sua volontà di far
esprimere i cittadini sull'appartenenza o meno all'Euro ed ha
notoriamente una posizione scettica verso le politiche di Bruxelles e
della NATO. Il PD, o quel che ne resta, dovrà necessariamente
sperare di arrivare primo alle prossime elezioni o non avrà la
possibilità di ottenere da Mattarella il mandato esplorativo per
formare un governo di coalizione pro Europa e pro Euro. In attesa di
capire quale sarà il destino dell'Euro e dell'Europa il TTIP resta
sullo sfondo. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esso nasce dalla
volontà dell'amministrazione Obama, che in otto anni si è
dimostrata molto favorevole alla globalizzazione e che ha dovuto
accettare a malincuore la mancata firma dell'accordo entro il termine
elettorale. D'altro canto i repubblicani sono storicamente meno
propensi alla stipula di accordi multilaterali. Quindi il trattato,
oggi, ha ancora qualche chances di essere approvato? Se l'Europa si
spaccherà, e con essa l'Euro, il TTIP avrà ancora un senso? Quali
saranno i nuovi rapporti commerciali con gli USA? Queste sono le
nuove domande poste dalla nuova amministrazione Trump e dalla sua
postura isolazionista, sovranista e assertiva. Gli USA hanno un forte
deficit commerciale per cui importano molto dai paesi emergenti ed
esportano soprattutto verso paesi ricchi. In questi ultimi decenni
questa posizione ha di fatto rafforzato paesi come Cina, India e
Brasile (i BRICS) che hanno iniziato ad affacciarsi sulla scena
mondiale togliendo quote di mercato agli USA anche i quelle nazioni
in cui questi ultimi si sentivano più forti, soprattutto in Europa.
Rafforzare il legame con il vecchio continente non è solo questione
di natura economica ma anche geopolitica, vista la crescente
influenza russa non solo nell'Europa dell'est ma anche in diverse
nazioni "core" dell'Unione. In definitiva, l'affermazione
di Trump, "America First", è solo l'ultima enunciazione di
una dottrina politica e di una visione in politica estera, che non è
mai cambiata dal 1776, anno della nascita dei primi Stati Uniti
America. Quello con l'Europa è un rapporto che gli USA non possono
permettersi di perdere, perciò gli Stati Uniti cercheranno di
mantenere la loro presa sull'Europa cercando di massimizzare le
conseguenze di una eventuale spaccatura dell'Euro, negoziando accordi
bilaterali con le singole nazioni europee, ma potrebbero altresì
scegliere di approvare un TTIP "light" pur di non perdere
il contatto con un'area ricca come quella europea nel caso l'Euro
resti qual è. Intanto il CETA continua il suo iter e potrebbe essere
approvato entro l'anno. Se non avverrà, forse avremo un indizio sul
come andrà a finire il TTIP e, forse, con esso anche l'Euro.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
domenica 5 marzo 2017
Il TTIP non è morto, ma forse l'Euro si.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento