Perchè Ordine e Progresso?

Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.


L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine

Auguste Comte ,1896

domenica 5 marzo 2017

Il TTIP non è morto, ma forse l'Euro si.

Il 15 febbraio scorso, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, il CETA, ha ottenuto l'approvazione da parte del Parlamento Europeo. Ora dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali prima di divenire effettivo ed entrare nelle legislazioni di tutti i paesi europei. Le norme in esso contenute sono del tutto simili a quelle definite nel famigerato TTIP che, al contrario del suo "gemello", il TPP, non è ancora stato stracciato dall'amministrazione Trump. Il TPP, il trattato con l'area del pacifico, era già in una fase del processo legislativo americano detta "fast track", ovvero una prerogativa presidenziale di approvazione rapida al riparo da modifiche e ostacoli parlamentari. Trump si è avvalso di una facoltà presidenziale e non ha firmato il trattato. Il TTIP, ovvero il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, è invece in una fase di sospensione. L'ultimo documento ufficiale è una dichiarazione congiunta della commissaria europea al commercio, Cecilia Malmstroem, ed il suo omologo americano, Michael Froman, sui risultati del 15° round di negoziati appena conclusi. Il comunicato contiene affermazioni circa la volontà di portare avanti i negoziati ed è del 17 Gennaio 2017, tre giorni prima dell'insediamento di Trump. Nonostante le affermazioni neo protezioniste fatte dal Presidente americano, è pur vero che gli Stati Uniti non possono tutto d'un tratto divenire autarchici nè possono rinunciare alle esportazioni per continuare a sostenere l'occupazione. L'Europa è il maggior partner commerciale degli USA sebbene l'interscambio tra questi e le singole nazioni europee abbia quote molto differenti. L'italia, ad esempio, esporta 70 miliardi di euro di beni negli USA ma ne importa solo per 16. la Francia è in perfetto pareggio mentre la Germania fa la parte del leone con 121 miliardi di Euro in esportazioni contro i 60 di importazioni dagli USA. Ecco perchè i diversi governi europei hanno opinioni tanto discordanti in merito al trattato. Politicamente, il TTIP è stato osteggiato dalla presidenza francese sino a tutto il 2016, è stato appoggiato da tutti i governi italiani, e lo è tutt'oggi, mentre in Germania la Merkel deve fronteggiare diversi oppositori sul tema. Inoltre questo è un anno elettorale in tutta Europa: a maggio si vota in Francia, a settembre in Germania e, forse, entro l'anno anche in Italia. Nei tre paesi più forti industrialmente e membri fondatori d'Europa, il sentimento nei confronti dell'Euro, della NATO e dell'Europa stessa non potrebbe essere più contrastato. In Francia il confronto è tra la Le Pen, fautrice dell'abbandono dell'Euro e della NATO e Macron, ricco banchiere cosmopolita e pro-Europa. In Germania per l'ennesima volta la Merkel si presenterà alle elezioni quasi certa di vincere, ma questa volta di fronte avrà un fortissimo partito euroscettico come "Alternativa per la Germania", che ha già vinto in diverse città e Lander tedeschi alle ultime elezioni amministrative. In Italia, il M5S ha più volte espresso la sua volontà di far esprimere i cittadini sull'appartenenza o meno all'Euro ed ha notoriamente una posizione scettica verso le politiche di Bruxelles e della NATO. Il PD, o quel che ne resta, dovrà necessariamente sperare di arrivare primo alle prossime elezioni o non avrà la possibilità di ottenere da Mattarella il mandato esplorativo per formare un governo di coalizione pro Europa e pro Euro. In attesa di capire quale sarà il destino dell'Euro e dell'Europa il TTIP resta sullo sfondo. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che esso nasce dalla volontà dell'amministrazione Obama, che in otto anni si è dimostrata molto favorevole alla globalizzazione e che ha dovuto accettare a malincuore la mancata firma dell'accordo entro il termine elettorale. D'altro canto i repubblicani sono storicamente meno propensi alla stipula di accordi multilaterali. Quindi il trattato, oggi, ha ancora qualche chances di essere approvato? Se l'Europa si spaccherà, e con essa l'Euro, il TTIP avrà ancora un senso? Quali saranno i nuovi rapporti commerciali con gli USA? Queste sono le nuove domande poste dalla nuova amministrazione Trump e dalla sua postura isolazionista, sovranista e assertiva. Gli USA hanno un forte deficit commerciale per cui importano molto dai paesi emergenti ed esportano soprattutto verso paesi ricchi. In questi ultimi decenni questa posizione ha di fatto rafforzato paesi come Cina, India e Brasile (i BRICS) che hanno iniziato ad affacciarsi sulla scena mondiale togliendo quote di mercato agli USA anche i quelle nazioni in cui questi ultimi si sentivano più forti, soprattutto in Europa. Rafforzare il legame con il vecchio continente non è solo questione di natura economica ma anche geopolitica, vista la crescente influenza russa non solo nell'Europa dell'est ma anche in diverse nazioni "core" dell'Unione. In definitiva, l'affermazione di Trump, "America First", è solo l'ultima enunciazione di una dottrina politica e di una visione in politica estera, che non è mai cambiata dal 1776, anno della nascita dei primi Stati Uniti America. Quello con l'Europa è un rapporto che gli USA non possono permettersi di perdere, perciò gli Stati Uniti cercheranno di mantenere la loro presa sull'Europa cercando di massimizzare le conseguenze di una eventuale spaccatura dell'Euro, negoziando accordi bilaterali con le singole nazioni europee, ma potrebbero altresì scegliere di approvare un TTIP "light" pur di non perdere il contatto con un'area ricca come quella europea nel caso l'Euro resti qual è. Intanto il CETA continua il suo iter e potrebbe essere approvato entro l'anno. Se non avverrà, forse avremo un indizio sul come andrà a finire il TTIP e, forse, con esso anche l'Euro.