Perchè Ordine e Progresso?

Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.


L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine

Auguste Comte ,1896

domenica 12 luglio 2020

Teheran tra Pechino e Washington



L'Iran è tornato sulle prime pagine dei quotidiani con notizie tra loro diverse ma collegate. Nelle ultime settimane, alcune esplosioni si sono verificate in vari siti militari, tra i quali la centrale nucleare di Natanz. Fonti occidentali hanno citato il servizio segreto israeliano, il Mossad, come autore delle azioni, sebbene il governo di Teheran abbia smentito si sia trattato di attentati definendoli solamente “incidenti”. Nel 2010 un virus informatico chiamato Stuxnet, sviluppato dal Mossad e dall'intelligence americana, infettò larga parte dei sistemi militari e civili iraniani mettendo fuori uso centinaia di centrifughe per l'arricchimento dell'uranio proprio a Natanz. Anche in questo caso gli iraniani sospettano un attacco informatico israeliano, ma Tel Aviv si dice estranea. La seconda notizia è la stipula di un accordo commerciale e militare tra Iran e Cina della durata di 25 anni con investimenti di Pechino per oltre 400 Mld $ in infrastrutture: porti, ferrovie ad Alta Velocità, autostrade e soprattutto impianti di raffinazione e trasformazione dell'immenso patrimonio petrolifero iraniano. L'accordo prevede anche la fornitura e lo sviluppo congiunto di armamenti tra cui missili (anche anti-portaerei), aerei e mezzi di terra; da anni Teheran acquista tecnologia militare cinese e russa per ammodernare i propri arsenali, di cui fanno parte ancora mezzi americani risalenti all'epoca pre rivoluzionaria. Questa seconda notizia è di particolare importanza, in quanto limita non poco le opzioni militari in mano agli USA che non potrebbero attaccare l'Iran senza entrare in un conflitto aperto anche con Pechino. L'Iran è l'ultima delle nazioni mediorientali rimaste indipendenti dal controllo americano ed è una spina nel fianco di Israele essendo il maggior supporter della resistenza siriana, libanese e irachena all'egemonia israeliana nella regione. Anche se a causa delle sanzioni USA le sue esportazioni petrolifere si sono ridotte, è ancora il primo fornitore di Pechino e anche l'Europa non vuole rinunciare alle enormi scorte, soprattutto di gas naturale, di cui Teheran dispone. Anche per mantenere aperto un canale commerciale, Bruxelles si è opposta all'abbandono del trattato del 2015 sul nucleare iraniano da parte degli USA. Leggenda vuole che gli iraniani abbiano inventato il gioco degli scacchi quasi 1400 anni fa, è quindi lecito aspettarsi che continueranno ad aggirare tentativi di “scacco matto” con continue “mosse del cavallo”.


The Show must go on



Lentamente, tutte le nazioni stanno uscendo dal lockdown interno, sebbene gli spostamenti internazionali siano ancora difficoltosi a causa delle frontiere chiuse. Anche i media iniziano ad offrire notizie diverse dalle statistiche e dalla cronaca sulla pandemia ed è così possibile leggere di importanti fatti geopolitici che il virus non ha fermato ma, semmai, creato o accelerato. La Russia ha inviato i propri cacciabombardieri in Libia, a sostegno delle truppe di Haftar, l'Iran ha inviato 5 petroliere per rifornire il Venezuela stremato dalla crisi e, non ultimo, Trump ha invitato al prossimo G7 anche Russia, Australia, India e Sud Corea. La prima notizia chiama in causa direttamente la posizione dell'Italia in Libia che, come noto, la vede a fianco del governo di Tripoli riconosciuto dall'ONU. I Russi cercano di contrastare la progressiva crescita di influenza dei Turchi, anch'essi al fianco di Sarraj, forse con il recondito obiettivo di creare un secondo fronte, dopo quello siriano, per l'esercito di Ankara. Anche la Francia sostiene Haftar e così l'alleanza stabilita a Bruxelles con Roma sul piano economico diventa contrasto sul terreno libico. Non c'è da stupirsi: la Geopolitica non è fatta di amicizie infrangibili e unidirezionali. L'Iran ha inviato in Venezuela 5 petroliere cariche di greggio e materiale per le vetuste raffinerie di Caracas, facendole transitare da Suez e Gibilterra, sotto il naso delle navi da guerra americane, che ben poco hanno potuto fare sapendo che qualsiasi contrasto avrebbe infranto le normative internazionali, alla stregua di un atto di guerra. In questi giorni queste navigano serene nei caraibi, nel "giardino di casa" statunitense, e così Teheran segna un punto nella lunga partita che da 40 anni la vede contrapposta a Washington. L'Ultima notizia è la più fragorosa: Trump invita Putin al G7, dopo che questi ne era stato escluso dal 2014. Considerati anche gli altri invitati, il sospetto è che si stia preparando un "cordone sanitario" attorno alla Cina, seguendo la postura da nuova Guerra Fredda che gli USA stanno perseguendo contro Pechino. I virus passano ma la Geopolitica resta. Che poi gli uni e l'altra siano legati è un altro discorso.