Questo perdurante stato di crisi economica e politica ha
intaccato molte delle concezioni di senso acquisite negli ultimi decenni.Il
risultato è una sorta di spaesamento ,un trovarsi a fare le stesse cose di
tutti i giorni chiedendosi troppi perché ,una sensazione di assenza di punti
fermi per orientarsi e di trovarsi invece in mezzo ad un’ardua navigazione a
vista.
La depressione economica,perché ormai tant’è, ha messo in
dubbio le capacità progressive dell’attuale sistema economico , ha colpito le
nostre certezze materiali e ci ha costretti ad un ridimensionamento mettendo in
luce che la regola è :“si è quello che si ha”.
Ecco il primo senso che vacilla :il senso d’identità.
Anche il senso della politica è sceso a livelli infimi, sia
nei politici stessi le cui cronache sono ormai più giudiziarie che
parlamentari, sia nei cittadini ,che hanno smarrito il senso della
rappresentanza,anche se non soprattutto a causa dei primi.Alla distruzione del
senso del tempo ha provveduto poi internet, grazie al quale non tramonta mai il
sole tra un tweet a Sidney ed un “Mi
piace” a Macugnaga.Il senso del pudore veicolato dai media sembra voler
sfondare ogni volta un nuovo limite ,il senso civico è ormai specie protetta
così come il senso delle regole,il senso del bello non tramonta mai ma vi hanno
costruito un palasport davanti e lo stesso senso dell’umorismo,di questi tempi
,genera un senso di autodifesa .
Ad ogni modo, in generale , si percepisce una Realtà
liquida,inafferrabile: ogni giorno che passa è una nuova martellata sul muro
delle nostre certezze.
Ovviamente la vittima principale è il Buonsenso.Il buon ,
vecchio ,buonsenso,si diceva una volta, ma appunto una volta. E ora?Se non
esiste più un senso comune,perché tutto è relativo ed ognuno è quel che è,cosa
è buono in senso lato?E’ buonsenso spendere poco perché c’è la crisi o ha senso
spendere per far ripartire l’economia?E’ buonsenso continuare a votare gli
stessi partiti senza senso dello stato che oggi governano insieme senza senso di
vergogna, o ha senso opporsi e ripensare il senso dello stare insieme?
Ecco , ci siamo di nuovo persi.Serve senso dell’orientamento
al giorno d’oggi.
La vita ha sicuramente un verso unidirezionale,dalla culla
al sepolcro, ma esiste più di un modo per darle un senso: per secoli la
religione ha fornito l’unico senso della Vita ,ovvero IL senso della Vita,e
tutti gli altri sensi ad esso collegati.Poi la politica ha illuso che quel
senso fosse un prodotto della propria volontà,o della volontà delle masse.Oggi
è l’economia a dare un senso a ciò che siamo definendoci per livelli di
reddito,mentre la società si adegua,volente o nolente , alle necessità del
mercato di merci ,uomini e capitali e chi si oppone viene tacciato di essere
senza senso.
Se non recuperiamo il senso di identità,di destino comune,il
senso del possibile ,il senso di ragionevolezza , il Buonsenso ,che per
definizione ci fa fare le cose per bene “perché è meglio per tutti”, diverrà
relativo e con esso anche la possibilità di trovare le giuste soluzioni ai
troppi problemi sul tavolo.Ha senso pensarci su.
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