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i fatti di Parigi è difficile. La componente emotiva degli
avvenimenti, può avere il sopravvento. L'elevato numero di morti e
feriti, i luoghi in cui si sono svolti gli attentati, la giovane età
delle vittime sono elementi che toccano il cuore di tutti noi. Parigi
è l'Europa. Siamo stati, o abbiamo parlato con chi è stato, almeno
una volta in quella città. E' parte di noi sin dai libri di scuola e
dai cartoni animati. Piangiamo Parigi ma lo facciamo per noi. E poi,
con quale serenità affronteremo ancora i nostri viaggi? Rinunceremo
a qualche concerto o a qualche partita in curva? La componente
razionale però chiede il suo tributo in termini di analisi. Perchè
Parigi? Perchè quei luoghi? Chi è il mandante? Tra tutte, questa
suona come la domanda più scontata ma non lo è. Vi sono state
rivendicazioni a vario titolo. Alcuni rallegramenti da parte di
qualche cellula scovata a chattare sul web, ma non esiste, al
momento, prova certa che sia stata opera del sedicente ISIS. L'unica
speranza è che, almeno questa volta, riescano a prendere un
terrorista vivo per poterlo interrogare (...). L'obiettivo della
vendetta è però già la Siria, con i bombardamenti dei caccia
francesi e l'intensificarsi di quelli russi. L'intervento è stato
approvato all'unanimità dal Consiglio d'Europa ma la missione
francese non è avvenuta sotto l'egida dell'Europa Unita. Inoltre non
è possibile chiamare in causa l'articolo 5 della carta atlantica,
ovvero la difesa collettiva a fronte di un attacco ad un membro della
NATO, in quanto l'ISIS non è una realtà statuale e la Siria non è
chiaramente dietro gli attentati di Parigi. La Francia agisce da sola
contro la Siria. Perchè se anche quanto è avvenuto è opera
dell'ISIS, questa entità al momento “vaga” in Siria. Appena
dieci anni fa l'avremmo chiamata guerra tra la Francia e la Siria.
Oggi cos'è? E poi, l'attacco allo stadio, durante la partita
Francia, Germania può essere letto come un attacco all'unione
europea, alle sue due nazioni più rappresentative, oppure è una
minaccia per i prossimi campionati di calcio della prossima estate?
Un obiettivo dei terroristi è già riuscito: seminare il dubbio. Al
momento la reazione dell'Europa è scomposta. Gli stadi però
vengono già fatti evacuare in via precauzionale. Un altro obiettivo
è raggiunto: limitazione delle libertà personali. La reazione degli
USA non va oltre il cordoglio e la Russia continua a bombardare. Ma
soprattutto a far guadagnare terreno all'esercito di Assad dandogli
copertura aerea e intelligence satellitare. Non solo. La parte
meridionale della Siria è battuta da almeno 20 mila Iraniani delle
Brigate Al Quds, ovvero i marines persiani, che stanno guadagnando
terreno. Spalleggiate da qualche migliaio di Hezbollah libanesi. La
Siria è oggi, come sempre, il punto d'incrocio delle potenti forze
mediorientali, che hanno logiche totalmente differenti dalle nostre,
quelle occidentali. Non si scontrano solamente le due correnti
storiche dell'Islam, il Sunnismo e lo Sciismo, ma anche le sfere di
influenza delle Grandi Potenze della regione e gli interessi delle
grandi potenze occidentali per lo sfruttamento della risorsa
energetica dei prossimi decenni: il gas. La Siria è il naturale
sbocco per il gas iraniano che inizierà a voler fluire verso i
mercati europei non appena saranno terminate le sanzioni americane sul
(legittimo, ndr) programma nucleare. La Siria è però
contemporaneamente il punto di approdo di gas e petrolio individuato dagli
Emirati Arabi ed in parte dall'Arabia Saudita.Chiudere la porta agli iraniani è di vitale importanza per i sauditi, sia in chiave economica che politica. Inoltre un aumento delle
esportazioni di idrocarburi dall'area del golfo andrebbe a detrimento
delle esportazioni russe in Europa. Ecco uno dei perché della
presenza russa in Siria. Un altro è la possibilità di mantenere la
Turchia entro la sua sfera di influenza energetica ed eventualmente
prenderla alle spalle in caso di attacco militare. Un altro ancora è
la voglia e la possibilità di esserci e contare. In Siria quindi si
scontrano Iran e Arabia Saudita, il primo sciita e il secondo culla
della Sunna. Gli alleati del primo sono l'Hezbollah Libanese, ovvero
l'unica parte di esercito libanese realmente funzionante e ovviamente
Assad. Dall'altra troviamo la Turchia, che vorrebbe diventare essa
stessa il paese di transito delle condotte verso l'Europa e le
petromonarchie del golfo, piccole ma piene di concessionarie Toyota e
stazioni di servizio. La Turchia è inoltre interessata ad evitare
che si formi uno stato curdo ritagliando parte di Iraq del nord,
Siria ed appunto Turchia. Primariamente, quindi, Ankara combatte per
questo. La lotta all'ISIS è solo al secondo punto. L'ISIS, appunto
si è conquistato uno spazio in tutto questo scenario che non è
autonomo ma è chiaramente orientato verso una visione dell'Islam
vicino a quella della Casa di Saud e delle altre monarchie arabe. La
sua opera in Siria danneggia tanto Assad quanto i Curdi a nord mentre
in Iraq agisce nel territorio non controllato dagli sciiti facendo
puntate nel campo avverso tramite attentati. ISIS non è una mina
vagante sorta dal nulla ma una strategia ben orchestrata e ben
finanziata, per rendere progressivamente caotica tutta l'area che dal
golfo persico va verso il mediterraneo. Il fulcro del commercio
energetico dei prossimi decenni. Ovviamente ci sono anche Russia e
Stati Uniti. I primi sotto gli occhi di tutti, i secondi in supporto
nascosto dei propri interessi geopolitici nella regione. Entrambe
sedute ai tavoli di Vienna, di Antalya e di qualsiasi altro posto per
discutere una soluzione politica ad un dramma geopolitico che sta
generando sofferenza nei popoli coinvolti, nessun escluso, e sta
pericolosamente assomigliando ad un male mal curato che si diffonde
in un corpo sano. Oggi è Parigi. Ma è stata Madrid, Londra, Mumbai,
Mosca. Al momento, nei fatti, un asse è rappresentato da USA,
Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti. Ed un altro è
formato da Siria, Russia, Iran, Iraq Cina e in parte Egitto. L'Europa
sta con i primi. Ma anche un po' con i secondi. I soldi sauditi
fluiscono copiosi a Londra, Parigi e anche Roma. E' però anche vero
che il presidente iraniano Rouhani avrebbe dovuto visitare Roma e
Parigi proprio nel weekend degli attentati ed ha annullato la sua
visita. Sono quasi certo che venisse per parlare di gas ed
import-export. Le stragi in Europa non si risolvono militarizzando le
città, cosa insostenibile nel lungo periodo, ma agendo sulle cause
che portano una persona a partire dal medioriente per venire in
Europa, a Parigi, scendere da un furgoncino e sparare all'impazzata
contro un bar. E morire poi mezz'ora dopo. Questo è un conflitto di
Potenze a l'ancienne ma
combattuto dai servizi oltre che dagli eserciti. Non aver previsto un
evento così vale di per sé una sconfitta militare. La guerra con
l'ISIS, se c'è, è asimmetrica per sua stessa natura e non può
essere combattuta con gli attuali mezzi. Gli attentatori di Parigi
hanno agito in maniera mirata, circoscritta, ed in 8 hanno provocato
130 morti e 300 feriti. Un missile terra aria sparato da un Mirage o
da u SU-24 costa centinaia di migliaia di euro e per uccidere 130
persone abbatte un intero isolato. Non c'è proporzione. Inoltre
“loro” possono portare il caos da “noi”, ma noi il caos lo
abbiamo portato da loro già da tempo e si sa, caos più, caos
meno...Ai tempi del terrorismo italiano, negli anni '70, si
soleva dire: “bisogna asciugare l'acqua di cui si nutre il
terrorismo”. Ecco appunto, l'acqua è un bene prezioso. Cominciamo
ad assetarli.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
martedì 17 novembre 2015
Ragione e Sentimento
Etichette:
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riflessioni
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