In questi primi 6 mesi
del 2018 abbiamo assistito ad una successione di eventi e colpi di
scena sulla scena internazionale: prima la quasi-crisi tra USA e
Corea del Nord seguita dal repentino cambio di rotta di Kim Jong Un e
le trattative di pace con il Sud. Poi l'abbandono di Trump dal
trattato nucleare con l'Iran e le sanzioni USA a Russia e,
incredibilmente, all'UE. La Turchia che prima abbatte una caccia
russo e poi firma con Iran e Russia un patto sulla Siria. Ognuno di
essi sembra un evento a sé, ma è in realtà parte di un continuo
ridisegno dell'architettura delle relazioni internazionali. Viviamo
tempi confusi. Secondo le dottrine classiche, il primo dovere di ogni
Nazione è difendersi poiché ogni altra tende naturalmente a questo
principio. La difesa è attiva anche quando è passiva, poiché la
presenza di un esercito adeguato è sempre accompagnato da
un'adeguata diplomazia e servizi segreti efficaci. I rapporti si
fondano sull'effettiva capacità, militare o economica, del
contraente e non dal consenso sulla propria relativa forma di
governo. Questo punto è fondante per l'Unione Europea, in cui tutti
i membri sono democrazie, ma non è vincolante per creare
un'alleanza. Anche il rapporto fra USA ed EU poggia sul loro comune
fondamento democratico, ma le sanzioni poste da Trump rispondono
all'adagio per cui “gli USA non hanno amici ma solo alleati”.
Questi, sempre secondo la teoria classica, sono tali solo se ricevono
benefici reciproci, e Trump ha messo in luce che così non è. L'UE
spende troppo poco per la sua difesa e importa troppo poco dagli USA,
che sono in deficit cronico. Nel frattempo l'EU difende l'accordo con
l'Iran contraddicendo gli USA, i quali dimostrano di applicare due
pesi e due misure con Corea e Iran. Questo, per almeno 20 anni, ha
scambiato petrolio per progetti missilistici e nucleari con la Corea
del Nord, della quale è l'unico fornitore di energia insieme alla
Cina, sospettosamente silente. Il sistema multipolare lancia i primi
vagiti.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
martedì 22 maggio 2018
La Geopolitica del Tutto.
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La Guerra tiepida
Quello che tutti i giornali chiamano
ormai “il caso Scripal” è sfociato in un'espulsione di massa di
diplomatici russi dalle ambasciate occidentali: 30 sono stati
“allontanati” dall'Europa, 60 dagli USA. La Russia promette
un'eguale ritorsione e gli USA hanno già pronte nuove sanzioni.
Siamo ripiombati nella Guerra Fredda? In realtà è già più che
tiepida, visto che è nata nel 2007, dopo il celebre discorso di
Putin alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, in cui denunciava il
continuo avanzare della NATO verso i confini russi a dispetto degli
accordi. In effetti, ad oggi l'unico paese del patto di Varsavia non
ancora nella NATO è la Bielorussia. Da anni, poi, è in atto una
strenua attività di demonizzazione ed accuse che spaziano dal doping
olimpico agli Hacker, dal Russiagate, all'intervento in Siria, dagli
sconfinamenti dei jet russi, sino appunto all'avvelenamento di ex
agenti del KGB. Gli USA hanno già elevato sanzioni alla Russia per i
fatti d'Ucraina, senza peraltro vi fosse un chiaro mandato dell'ONU
in materia, e anche l'Europa ha elevato le proprie , anche se alcuni
paesi come l'Italia e la Germania hanno provato più volte a non
rinnovarle. Il rapporto tra USA e Russia e, obtorto collo, Europa, è
già caldo da tempo e pare continuare a scaldarsi. Le due potenze si
stanno già confrontando in Siria e Ucraina, sebbene sotto mentite
spoglie, e hanno già mostrato i loro rispettivi muscoli nucleari più
di una volta. In situazioni come questa, basta un incidente
diplomatico o un avvenimento mal interpretato, per far cadere il
mondo in una spirale di terrore totale. Quindi, al di là che si
parteggi per gli uni o per gli altri, è necessario che le prove
siano circostanziate, come pare non siano in questo caso, e come non
lo sono state in un altro celebre caso di sostanze chimiche: quello
dell'antrace che Powell agitò all'ONU come prova per trascinare gli
USA alla guerra in Iraq. La prova era falsa, ma oggi milioni di
iracheni non possono essere qui a rallegrarsene.
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Verso l'Armageddon?
Il 9 Maggio Trump ha deciso di
ritirarsi dall'accordo firmato nel 2013 con l'Iran sul suo programma
nucleare. Stipulato anche da Cina, Francia, Germania, Cina, Russia,
Inghilterra ed UE, esso prevede una drastica riduzione delle attività
iraniane in campo nucleare per una durata complessiva di 13 anni ed è
supervisionato dall'Ente Internazionale per l'Energia Atomica
dell'ONU. Francia, Inghilterra ed UE si sono dette contrarie, temendo
che ciò possa portare l'Iran a riprendere il programma e che ciò
possa addirittura sfociare in una guerra con Israele e USA. Il tema è
delicato, poiché formalmente l'Iran sta rispettando il Trattato di
Non Proliferazione Nucleare in vigore dal 1970, ma Israele continua a
dirsi dubbiosa delle reali intenzioni iraniane. I due paesi sono già
venuti in contatto, sebbene non ufficialmente, in Siria, nella quale
operano sia le truppe d'elite iraniane, spalleggiate dagli sciiti
libanesi di Hezbollah, sia i servizi segreti militari israeliani e
americani. La presenza iraniana in Siria, Libano e sud Iraq è un
incubo geopolitico per Tel Aviv, che vede in essa la possibilità che
tutta l'area che va dal Golfo Persico al Mediterraneo possa entrare
definitivamente nella sfera di influenza di Teheran e permettere un
giorno il transito del gas iraniano verso l'Europa. Ciò porterebbe a
una progressiva perdita d'influenza di Israele nella regione e
minaccerebbe, così si sostiene, la sua stessa esistenza. Nethanyau
si è detto pronto ad attaccare tanto le truppe iraniane in Siria
quanto lo stesso Iran, il quale è un avversario ostico. Esso ha 80
milioni di abitanti, in maggioranza giovani, e la sua cultura
millenaria si irradia dal mediterraneo all'Asia centrale. Il suo
esercito è il terzo, se non il secondo, nell'area dopo appunto
Israele e Turchia, con la quale l'Iran ha da anni ottimi rapporti. Un
conflitto chiamerebbe anche in causa l'Arabia Saudita, e forse Russia
e Turchia, con esiti catastrofici. La terza guerra mondiale non è
mai stata così vicina.
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