L'Europa è sempre più divisa ma non è
l'Euro la causa; la linea di separazione è rappresentata
dall'atteggiamento delle Nazioni verso l'immigrazione extraeuropea.
Tralasciando l'aspetto etico verso il fenomeno, che coinvolge
ciascuno di noi, è l'effetto sulle dinamiche elettorali a
determinare gli assetti politici europei. Il tema è stato al centro
delle campagne elettorali di tutti i paesi negli ultimi anni: in
Francia tra Macron e Le Pen, in Inghilterra ha determinato la
“Brexit”, in Polonia, Ungheria e non ultimo in Italia ha portato
al governo partiti che si oppongono all'immigrazione di massa dal sud
del mediterraneo. A partire dalla caduta di Gheddafi nel 2011, si
aperta una via marittima verso l'Italia e, a seguito della guerra in
Siria, anche una di terra attraverso la cosiddetta “rotta
balcanica”. Questa si è interrotta bruscamente con la chiusura
delle frontiere da parte di Ungheria, Serbia, Croazia e infine
dell'Austria. A seguito di ciò, la Grecia si è ritrovata ad essere
il capolinea dei flussi provenienti da Siria e Asia centrale
aggravando un contesto sociale già difficile a causa della crisi
economica. L'Italia si è invece trovata stretta tra gli obblighi
dettati dalle norme sull'assistenza marittima e la chiusura delle
frontiere, in maniera anche tragica, da parte di Francia e Austria.
La Spagna ha innalzato una barriera difensiva per difendere le sue
exclave di Ceuta e Melilla, in territorio marocchino, e anche la
Germania, dopo le parole di accoglienza della 2015, ha dovuto
ridimensionare le proprie intenzioni. La crescita di AFD e le minacce
di rottura con la CDU, espresse dal ministro degli interni, Seehofer,
leader della CSU Bavarese hanno imposto uno stop alle aperture fatte
dalla Merkel. Il rischio concreto è la chiusura definitiva delle
frontiere, l'abbandono del trattato di Schengen e con esso la fine
dei libero commercio in Europa. La solidarietà intraeuropea che ha
generato l'UE post Guerra Fredda, vacilla. La realtà sta tornando
sovrana.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
mercoledì 20 giugno 2018
L'Europa in cerca di identità
Etichette:
geopolitica,
politica internazionale
Italia, perno d'Europa.
Durante gli ultimi giorni di formazione
del nuovo governo, il tema della partecipazione dell'Italia all'Euro
è stato determinante. Per giorni, quello che è sembrato essere un
veto posto da Bruxelles sul nome del Ministro dell'Economia, ha messo
in forse la nascita del nuovo esecutivo. Il famigerato "spread"
è tornato a far capolino, antichi rancori anti-tedeschi e nuovi
sentimenti anti-europei hanno agitato la politica italiana aprendo un
aspro scontro sulla permanenza della nostra Nazione all'Unione
Monetaria. Ma veramente l'Italia vuole, o rischia, l'uscita
dall'Euro? Il tema è molto serio e coinvolge sia la sfera economica
che quella geopolitica: l'enorme debito pubblico italiano, cresciuto
molto negli ultimi anni, è un ostacolo alla nostra crescita, poichè
ci costringe ad una continua emissione di titoli di Stato.
Comprensibilmente, gli investitori esteri temono la nostra possibile
insolvenza e i rischi per la stessa esistenza dell'Euro, ma è vero
che l'enorme quota di interessi pagati dagli italiani rende ogni
manovra finanziaria una caccia a nuove risorse, non reperibili
attraverso nuova tassazione, già troppo elevata. Ogni più piccolo
aumento dei tassi ci costringe a pagare di più, sottraendo denaro a
scelte economiche orientate alla crescita. E se uscissimo dall'Euro?
La nostra è un'economia di trasformazione e se la forza di questa
moneta ci permette di pagare meno le materie prime, è vero che il
prezzo delle nostre merci ci penalizza verso produttori più a buon
mercato. E poi c'è l'aspetto geopolitico:dal punto di vista
geografico, senza l'Italia, l'Europa sarebbe solo una piccola
propaggine della massa asiatica. Dal punto di vista politico, la
nostra presenza permette la proiezione europea verso il
Medioriente.Culturalmente, le nostre radici cristiane ci rendono
l'interlocutore privilegiato verso le comunità ortodosse dell'est
europeo. La Storia sta per giungere a un nuovo bivio e anche l'Italia
dovrà scegliere la sua via verso il futuro. E con essa l'intera
Europa.
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