La guerra a Gaza è una partita a scacchi giocata sulla pelle dei civili.
Ognuno dei due contendenti sa di non poter dare scacco matto all'avversario ma curiosamente molti tra i risultati intermedi tra l'annichilimento e la vittoria finale possono comunque essere fatti valere come una vittoria.
Hamas non potrà che uscire più forte da questa situazione in quanto potrà far valere l'enorme visibilità che ha ottenuto sia tra i Palestinesi,a adiscapito di al Fatah,sia verso tutti i paesi arabi ai quali potrà mostrare di essere realmente espressione della volontà dei Palestinesi a non lasciare a Tel Aviv la speranza di prendersi tutto il territorio dell'ex mandato britannico e di sapere come fare a resistere.
La furia cieca (o forse no..) dell'esercito israeliano inoltre,ha permesso ad Hamas di poter "gettare qualche morto sul tavolo" come si sarebbe detto tempo fa,e di poter strappare qualche punto per quanto riguarda l'immagine agli occhi del mondo,nel match contro un avversario decisamente più forte.
Se i dati riguardanti le perdite totali dovute al conflitto dovessero essere confermate anche nelle proporzioni tra civili e miliziani,dovremmo arrivare alla conclusione che Hamas non è stato che leggermente intaccato (le perdite attualmente ammontano a meno della metà dei 1000 morti circa su una forza stimata di 10/20000 uomini in armi) e che l'IDF si è più che altro concentrata sulle infrastrutture,in maniera tale da rendere più lenta e disagevole la ricostruzione del dopoguerra,sperando nell'esasperazione della popolazione civile stremata.
Si dimentica spesso però che Hamas è prima di tutto un partito politico e per di più con una forte componente sociale.
La presenza all'interno della striscia di Gaza si concretizza in tutti gli aspetti della vita sociale,dalla scuola ai vigili del fuoco,dai panifici alle pratiche burocratiche.
Difficile pensare che Hamas,vittorioso alle ultime elezioni con ampio margine,avesse capitali così ingenti per comprare il voto di centinaia di migliaia di palestinesi.
C'è da considerare poi che, sebbene le notizie che filtrano siano poche, la cis-giordania vede rinascere il conflitto interno Hamas-Fatah.
La popolazione della West Bank ha forti legami con quella di Gaza (la palestina è comunque e sempre un'area molto piccola e molte famiglie sono sparse per tutta la sua estensione) e non è prevedibile quale possa essere l'impatto dei silenzi di Abu Mazen di fronte ai fatti in corso.
Dal punto di vista israeliano,invece, l 'imponente sbarramento mediatico garantisce la piena occupazione di tutta la banda utile per ripetere le ragioni del governo di Tel Aviv.
Il mantra ripetuto da giornali,telegiornali,internet,programmi di intrattenimento è rotto solo per brevi istanti dalle immagini delle rovine fumanti e dei corpi senza vita dei palestinesi e ,a volte,da qualche voce solitaria che chiede un pò di pietà per i più deboli e timidamente condanna "la reazione spropositata".
L'obiettivo dichiarato dell'invasione era e rimane quello di impedire il lancio dei Qassam verso il territorio circondante la Striscia,ma ,a quanto pare visto i continui lanci anche sotto le bombe, non sarà possibile evitarlo una volta per tutte.
Un modo potrebbe essere quello di tagliare in due permanentemente la striscia per isolare la parte nord da quella sud e quindi dal valico con l'Egitto da cui presumibilmente arriva il materiale per costruire i razzi artigianali.
A quel punto però la parte Nord diventerebbe troppo piccola entro breve tempo grazie ai tassi di natalità Palestinesi ed inoltre non potrebbe non essere supportata da aiuti esterni per poter sopravvivere,creando così l'opportunità per l'insediamento di una forza internazionale da sempre osteggiata da qualsiasi governo israeliano.
Tra meno di cinque giorni giurerà il primo presidente nero (e non nativo) Americano.
L'alleato mediorientale sa che non gli saranno permessi più gli spazi ottenuti grazie al vuoto di potere creatosi dalla transizione alla Casa Bianca e dovrà fermarsi a meno di non entrare in conflitto proprio con il nuovo Presidente, sicuramente desideroso di fare un buon esordio internazionale.
Tra un mese poi,le elezioni per la Knesset vedranno sicuramente un cambio al vertice e forse anche radicale ,perchè a volte tra i due litiganti,la Livni e Barak,il terzo gode...
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
giovedì 15 gennaio 2009
A pensar male si fa peccato ma...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento