Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
venerdì 29 marzo 2019
Marco Polo riparte per la Cina.
La visita del presidente cinese Xi Jinping si è appena conclusa e ha portato alla firma di accordi di collaborazione su molti temi, principalmente di natura economica. Il memorandum firmato a Roma non è vincolante per le due Nazioni ma rappresenta la cornice entro la quale scrivere i trattati bilaterali che verranno firmati nei prossimi 5 anni. I timori di una colonizzazione cinese dell'Italia sono esagerati ma gli accordi già stipulati da altre Nazioni, nell'ambito dell'iniziativa detta "nuova via della seta", devono essere studiati per non incorrere negli stessi errori. Sri Lanka, Pakistan, Gibuti e Montenegro hanno pagato cara la leggerezza con la quale hanno accettato i finanziamenti cinesi per le loro infrastrutture, e alcune di esse sono divenute legalmente di proprietà cinese. Durante il suo viaggio in Europa, il presidente Xi ha incontrato anche Macron e Merkel, e anche in questo caso gli accordi economici sono stati l'argomento del dialogo, con la differenza che Francia e Germania intrattengono da anni fruttuosi rapporti commerciali con la Cina. L'interscambio commerciale franco-cinese è di 167 Mld, quello tedesco è di 170, quello italiano tocca i 50 Mld. Il nuovo governo considera auspicabile un ampliamento di tale interscambio e la visita in Cina del settembre 2018 ha visto la partecipazione di diversi imprenditori italiani. Gli USA si sono detti preoccupati che gli accordi economici possano divenire di ordine geopolitico, ma è una prospettiva al momento remota. La resa incondizionata dell'Italia firmata a Cassibile nel '43, la lega agli USA in maniera molto stretta e l'ampia presenza militare americana nel Belpaese ne è la prova. Certo è che la perdita di centralità degli USA negli assetti internazionali è ormai un fatto e qualunque vuoto viene riempito dalle potenze mondiali e regionali. La stabilità globale deve essere continuamente costruita; oggi questo onere è in carico alla Cina, ma è ancora l'Europa a restare al centro del mondo. E Pechino lo sa.
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domenica 17 marzo 2019
Indietro tutta.
In soli due giorni il
mondo è cambiato di nuovo; il 22 gennaio Merkel e Macron hanno
rinnovato il patto che 55 anni prima De Gaulle e Adenauer firmarono
per legare i loro paesi e impedire guerre future. Il 23, in
Venezuela, il principale oppositore di Maduro, Guaidò, si è
autoproclamato Presidente della nazione, senza però esser stato
eletto a questa carica. Entrambi gli avvenimenti sono il segno di un
rapido ritorno ai fondamenti del Realismo Politico da parte delle
Grandi Potenze. Gli USA tornano alla Dottrina Monroe, secondo la
quale il continente americano è una loro area di influenza, mentre
Francia e Germania mettono insieme le loro debolezze, economica per
la prima e politica per la seconda, per creare il germe di un futuro
super-stato imperiale. Se a ciò aggiungiamo che Macron si è detto
pronto a cedere alla Germania il proprio seggio all'ONU, e di
condividere oneri e onori del possesso dell'arma atomica, si
comprende meglio l'accelerazione della Gran Bretagna nel volere
uscire dall'UE. Quanto accaduto a Caracas ha scatenato il caos in
patria e all'estero, visto che gli USA hanno avallato il gesto di
Guaidò, mentre Russia e Cina lo hanno stigmatizzato. Detto
chiaramente, l'autoproclamazione è un atto illegale e
l'intromissione degli USA è vietata dalle norme dell'ONU: volere un
politico amico è comprensibile, spingere un paese alla guerra civile
per ottenerlo non lo è. In Europa, molti sono preoccupati della
mossa franco-tedesca, in primis l'Italia, che 55 anni fa era parte
del progetto e oggi ne è esclusa. Conte ha subito chiarito che il
seggio francese all'ONU dovrebbe andare all'UE e non ad una sola
nazione. In entrambi i casi, la realtà ha dettato le scelte: la
Francia ha ormai un solo punto di forza, l'arma nucleare, il
Venezuela le sue riserve petrolifere. Le cause della resa sono la
forza economica tedesca e quella militare degli USA. Ad essere
sconfitta è la democrazia rappresentativa, ma la Cina dimostra alle
Elite che si può farne benissimo a meno.
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La diplomazia del tubo.
Quello che all'apparenza potrebbe
sembrare un titolo ironico, è invece il motivo per cui l'Italia, e
non solo, si è spesa molto per la Conferenza di Palermo sulla Libia
del 12 e 13 Novembre 2018. Alla sua chiusura, il Presidente Conte l'ha
definita una "non vittoria" ma sapeva di dire una mezza
bugia. E' stata infatti una mezza vittoria poichè vi hanno
partecipato Al Sarraj, presidente del governo provvisorio libico, il
suo potente avversario Haftar, l'inviato dell'ONU Salamì, l'egiziano
Al Sisi, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, il primo
ministro russo Medvedev, il greco Tzipras e i rappresentanti di Qatar
e Turchia. E' stata la prima volta in cui tutti i principali attori
della vicenda libica si sono riuniti sotto lo stesso tetto, tutti
tranne tre: Macron, la Merkel e la May. Per il primo è stata una
sconfitta cocente. La Francia infatti sostiene Haftar e, dopo aver
rovesciato Gheddafi, ha provato più volte a fare della Libia un
proprio protettorato, non certo per motivi umanitari. Quel paese, si
sa, è ricco di petrolio e gas ma è da sempre legato all'Italia,
con la quale è appunto connesso da un metanodotto che, grazie ad ENI
e SAIPEM, porta milioni di metri cubi di gas alle raffinerie
siciliane. La Francia ha un doppio obiettivo: chiudere quel "tubo"
per indebolire la posizione dell'Italia quale snodo energetico
d'Europa e impadronirsi dei giacimenti libici per farli gestire alla
sua partecipata, la Total. Anche i tedeschi sono interessati ad
indebolire l'Italia per lo stesso motivo, i Russi cercano di
ostacolare la posizione francese e gli USA quella sia tedesca che
francese. Il gioco libico è molto complesso ed anche Turchia, Qatar
ed Egitto vi partecipano per lo stesso motivo: l'accesso o meno al
ricco mercato europeo dei flussi energetici africani e mediorientali.
Il gas, a differenza del petrolio, necessita di accordi di lunga
durata ed è oggetto di rapporti geopolitici non sempre cristallini e
palesi. I tubi, quando si hanno, è meglio tenerseli.
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La Cina è vicina (?)
Il dibattito sul TAV in Valsusa è più
caldo che mai ma non è il solo che riguardi le vie del commercio
internazionale che interessano l'Italia. Il 22 marzo il presidente Xi
Jinping, visiterà per la prima volta la penisola per incontri ai
massimi livelli, da Mattarella al premier Conte. Centro della visita
sarà l'adesione del nostro paese alla nuova "Via della Seta"
(BRI), che la Cina sta realizzando dal 2013, per connettere Asia,
Europa e Africa e affiancare la globalizzazione a guida americana.
Gli USA temono che questa venga in realtà sostituita dall'iniziativa
cinese e chiedono al nostro paese di desistere. La Cina si propone di
unire con nuove linee ferroviarie e marittime, 60 paesi aggregando il
35% del PIL e il 60% della popolazione mondiale. L'Italia è uno
snodo importante e potrebbe divenire il punto di approdo per le merci
europee verso la Cina e viceversa. I cinesi sono interessati al porto
di Trieste, ma non solo, e alla possibilità di raggiungere i mercati
europei, con tre giorni di anticipo rispetto a Rotterdam. Anni fa si
interessarono a Gioia Tauro, ma lungaggini burocratiche, e
l'ostracismo di parte della politica locale, vanificarono l'accordo.
Si rivolsero quindi ai greci acquistando il 67% del porto del Pireo,
facendone lo snodo principale per l'import-export con l'Europa. Ora
ci riprovano e gli americani sono preoccupati che un'iniziativa
commerciale possa trasformarsi in un cavallo di Troia che porti a
futuri accordi politici. Il fallito tentativo di accordo
transatlantico, il TTIP, era un tentativo di anticipare e scongiurare
questa eventualità, in un momento storico in cui l'influenza USA nel
mondo è declinante. La "NATO Economica" doveva affiancare
quella militare per mantenere l'Europa nell'orbita americana. La BRI
potrebbe invece portare un giorno l'Europa nella SCO, l'alleanza
militare a guida russo-cinese. Se nel 1492 la scoperta dell'America
generò l'eclissi dell'Italia; la riscoperta della Cina porterà
invece a un nuovo Rinascimento?
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Radio Londra dice Bye Bye
Il 29 marzo scadrà il termine che EU e
Gran Bretagna si sono date per attuare la cosiddetta Brexit.
Al momento si profila un'uscita senza
accordo sui futuri rapporti tra le parti, in particolare su dazi e
tariffe, status dei rispettivi cittadini espatriati e sul nodo della
frontiera tra Eire e Irlanda del nord. Le ultime notizie parlano di
un possibile slittamento al 2021 per aver più tempo per un accordo
ma i nodi da sciogliere sono intricati. Nissan e Honda hanno espresso
la volontà di chiudere gli stabilimenti in GB in caso di No-Deal
(nessun accordo), in quanto le barriere tariffarie per esportare in
EU le loro auto le renderebbero troppo care; meglio spostare gli
impianti sul suolo europeo. Anche alcune istituzioni finanziarie
potrebbero lasciare Londra per Francoforte così come qualche azienda
di alta tecnologia. Non è secondario, poi, che l'isola importi buona
parte di quanto consuma proprio dall'Europa e che senza di essa non
sarebbe autosufficiente in campo alimentare e farmaceutico. Il punto
più difficile è quello relativo alla frontiera tra Irlanda del Nord
ed Irlanda poichè implicherebbe la costruzione di una barriera che
nessuna delle due parti vuole. Si prospetta quindi uno status
speciale che porterebbe alla nascita di una zona franca in cui
varrebbe la doppia circolazione di Euro e Sterlina. Un attentato
nell'Ulster, qualche settimana fa, ha ricordato a tutti che il
rischio di un ritorno alla guerriglia tra cattolici ed unionisti non
è così remoto e che una soluzione di buon senso è interesse di
tutti. Anche la Scozia è un problema poichè è nota la sua volontà
di indipendenza da Londra e la Brexit potrebbe portare ad un secondo
referendum per ottenerla. La premier Theresa May è assediata dal suo
partito, dall'opposizione laburista e dai vertici dell'EU. Il suo è
un compito improbo ma è risoluta nel far uscire comunque la GB
dall'UE. Se gli inglesi non sono soliti fare salti nel buio, questa
fretta indica che per loro è proprio una questione vitale.
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