Le acque del Mediterraneo orientale, tra Grecia, Turchia e Cipro, si stanno affollando di navi da guerra di diversi paesi. Anche gli aeroporti militari dei tre paesi si stanno riempiendo di aerei da caccia provenienti da diverse nazioni. A sostegno della Grecia sono Francia, Egitto, Israele ,Emirati Arabi Uniti (EAU) e Cipro, e negli ultimi giorni sono giunte anche navi russe. Il motivo è noto: in una zona di mare contesa da Ankara e Atene, i turchi hanno cominciato esplorazioni per verificare la presenza di giacimenti di gas, già peraltro scoperti al largo delle coste turche, sia sul Mediterraneo che sul Mar Nero. La Turchia punta a divenire un esportatore autonomo di gas e punto di snodo di molti dei traffici dell'area, in arrivo da Iran, Russia e Azerbaijian.Il problema è che i giacimenti sottomarini non rispettano le linee di demarcazione tra le nazioni disegnate sulle mappe e alcuni di queste tagliano immensi depositi che interessano tutta l'area. I russi non vogliono perdere il loro predominio sulla fornitura di gas all' Europa e alla stessa Turchia, specialmente in un momento in cui le sorti del gasdotto NorthStream2 sono in stallo, l'Iran, così come gli EAU, vogliono tenere aperti i corridoi per poter, un giorno, dirottare i propri immensi possedimenti verso la ricca Europa (attraverso il Libano e la Siria), impedendo la concorrenza turca. Israele, che ha scoperto anni fa un enorme giacimento al largo delle sue coste (e di quelle di Gaza), spera di poterlo sfruttare con l'aiuto americano e francese, passando per la Grecia. Il presidente Macron è arrivato a dire che "la Turchia non è più un partner", mettendo ancora più in crisi una NATO che non riesce a prendere posizione sulla vicenda. La guerra del gas interessa anche Italia e Germania: la prima è già punto di approdo di gasdotti in partenza da Algeria e Libia ed è al centro del progetto TAP, che parte dall'Azerbaijian e attraversa Turchia e Albania, la seconda è interessata al corridoio che parte dalla Turchia, attraversa i Balcani e arriva in Baviera attraverso l'Austria. Entrambe quindi sono interessate a mantenere buoni rapporti con Erdogan, ma sono anche impegnate, specie l'Italia, nell'intricata vicenda libica, nella quale i turchi stanno giocando un ruolo a noi non favorevole.Nel suo libro "Lo scontro di Civiltà", Samuel Huntington immaginava una NATO senza Grecia nè Turchia, per motivi di "disunità culturale" in quanto di religione ortodossa la prima e musulmana la seconda, in antitesi ad una preminenza culturale cristiana delle altre Nazioni componenti l'alleanza.Se fosse ancora vivo, la sua opinione su quanto sta accadendo sarebbe molto interessante.
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