Nel 1972 un libro ha scatenato il più
grande dibattito sul futuro dell’umanità. Si trattava de "I
limiti dello sviluppo", un report sullo stato complessivo del
pianeta Terra, che metteva in guardia verso ipotetici scenari futuri.
Il libro, diventuto un best seller, era stato commissionato dal Club
di Roma, un’associazione di scienziati, umanisti e imprenditori
legati dalla comune preoccupazione per la situazione mondiale.
Promotore di quella iniziativa fu Aurelio Peccei, dirigente FIAT nato
a Torino nel 1908. Lo scenario descritto dal libro, fondato su un
modello con cinque variabili: crescita demografica, produzione
alimentare, industrializzazione, inquinamento e consumo di risorse
non rinnovabili, illustrava la concreta possibilità che l’intero
sistema mondo sarebbe collassato nel corso del XXI Secolo. Da allora,
il Club di Roma pubblica con regolarità rapporti e studi
metodologici sui limiti del pianeta, analisi sulle migliori pratiche
di governance e riflessioni sui valori fondamentali per il futuro.
Nel 2015, l’ONU ha approvato una "Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile", i cui elementi sono stati riassunti nei “17
punti per lo sviluppo sostenibile”,tra lotta a povertà, fame,
disuguaglianze, conservazionismo ambientale e promozione di economie
globali sostenibili. Lo stesso anno, quasi 200 nazioni hanno siglato
l’Accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di gas serra
con il fine di contenere il riscaldamento medio del pianeta entro la
soglia di 1,5°C. Il nuovo report pubblicato dal Club di Roma, "La
trasformazione è possibile", tratta il come raggiungere gli
obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’ONU. La vera sfida,
oggi, è cambiare il modo con cui gran parte degli esseri umani pensa
al pianeta Terra. Come ricordano gli autori del report, viviamo
ancora in un mondo dove sembra che “tutti sappiano ma nessuno
voglia capire” la magnitudine della trasformazione necessaria. Le
conclusioni scritte in quel libro di 50 anni fa sono valide ancora
oggi: vale la pena rileggerle.
Un Blog per liberare pensieri e ragionamenti ispirati,e necessari, alla realtà quotidiana. Perchè spesso siamo portati a pensare in modi che non ci appartengono,ispirati da chi ha interesse a conformare il pensiero generale verso verità semplici, logiche e incontrovertibili ma che in realtà, scansano dal nostro cervello tutte le altre e le nascondono. La mancanza di Idee porta all'inazione ed alla morte di Se
Perchè Ordine e Progresso?
Il Blog prende il nome dal motto inscritto sulla bandiera del Brasile e mutuato da un'aforisma di Auguste Comte.
Questi, uno dei padri della Sociologia, era una convinto positivista, il che nel 1896 lo rendeva anche un progressista.
L'importante è , come infatti Comte mette al primo punto, che l'Amore sia sempre il principio cardine dell'Agire.
L'Amore per principio e l'Ordine per fondamento;il Progresso per fine
Auguste Comte ,1896
domenica 8 dicembre 2019
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